L’amministrazione condivisa, nel quadro teorico e nei casi pratici, è stato il tema al centro della sessione in presenza alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa di sabato 1 febbraio per l’ottava edizione del corso di formazione “La riforma del terzo settore. Novità, problemi e percorsid i attuazione“. Il corso è promosso da Cesvot, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Centro di Ricerca Maria Eletta Martini.
Quello dell’amministrazione condivisa, come ha ricordato Luca Gori in apertura della sessione, “è un terreno ancora in costruzione”. “Anche se in Toscana ci sono degli elementi normativi chiari, non significa che il tema della collaborazione col terzo settore sia definito in modo preciso”. Le soluzioni in questo senso si costruiscono con le azioni e le pratiche. “Perché – ha sottolineato ancora Gori – è un tema che fa parte della storia degli ultimi decenni su cui terzo settore e pubblica amministrazione si sono sempre relazionati, già a partire dagli anni ’70 e ’80”.
Nell’introduzione Gori ha sottolineato come l’amministrazione condivisa inquadri tutti i rapporti fra pubblica amministrazione e terzo settore e come riguardi temi sempre più sfidanti. “La domanda – ha ricordato – è: come può rispondere la pubblica amministrazione ai bisogni nuovi e consolidati in attuazione dei principi e dei diritti costituzionali?”. Nel corso della sessione introduttiva alla giornata di studio sono state focalizzate tre risposte: l’iniziativa diretta della pubblica amministrazione, l’esternalizzazione del servizio verso terzi a fronte di un corrispettivo e le forme di collaborazione paritaria.
La prospettiva è superare il “modello committente/agente” in cui la pubblica amministrazione definisce, con doverse modalità, il bisogno per rispondere, le risorse a disposizione, le modaltà di soddisfazione e gli interventi. In questo senso il terzo settore opera come agente. La risposta “pubblica” ai bisogni della comunità si definisce oggi in tre forme: l’intervento pubblico diretto, l’esternalizzazione, le forme di amministrazione condivisa.
Il tema della motivazione sta assumendo un’importanza centrale, per comprendere perché si è scelto un modello o un altro. E’ stato analizzato l’articolo 55 del codice del terzo settore che mette in capo a tutte le amministrazioni pubbliche nell’esercizio delle proprie funzioni il compito di assicurare il coinvolgimento attivo degli enti del terzo attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione e accreditamento poste in essere nel rispetto dei principi della legge 7 agosto 1990 (la 241), nonché delle norme che disciplinano specifici procedimenti ed in particolare di quelle relative alla programmazione sociale di zona.
Giammaria Gotti (Scuola Superiore Sant’Anna – Centro di Ricerca Maria Eletta Martini) è entrato nello specifico dell’analisi degli strumenti di co-programmazione e co-progettazione, partendo dall’illustrazione di casi di amministrazione condivisa presentati dai partecipanti al corso. Secondo l’articolo 55 del Codice del Terzo Settore la co-programmazione è finalizzata all’individuazione dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili. “Finita la fase di co-programmazione si apre quella di co-progettazione – ha sottolineato Luca Gori – due fasi separate dal punto di vista amministrativo, ma collegate dal quello della funzione”.
Durante la mattinata è intervenuto anche Paolo Addis, coordinatore del Centro di Ricerca Maria Eletta Martini e nel corso della giornata sono stati illustrati e discussi dei casi pratici di collaborazione presentati da Giammaria Gotti, Elena Salamino e Martina Francesconi (Scuola Superiore Sant’Anna e Centro di Ricerca Maria Eletta Martini). Sotto la lente anche diversi casi che riguardano l’attività in corso del Comune di Buggiano (Pistoia) e della Fondazione per la Coesione Sociale, sostenitore o partner della co-progettazione in diversi ambiti. Dall’analisi di questi casi è scaturita una discussione partecipata da tutti i partecipanti al corso di formazione che proseguirà con altri quattro incontri online e la sessione finale in programma il 22 marzo: un’esercitazione in presenza che simulerà un controllo in un ente del terzo settore.