Dopo l’esperienza di Toscana e Molise, arriva un nuovo intervento normativo per assicurare il coinvolgimento del Terzo settore in tutti gli ambiti di attività di interesse generale di competenza regionale. L’analisi di Luca Gori della Scuola Superiore Sant’Anna – Centro di Ricerca Maria Eletta Martini
Le Regioni e gli enti locali stanno divenendo un interessante laboratorio di sperimentazione di nuove soluzioni per l’attuazione della riforma del Terzo settore e, in particolare, dell’amministrazione condivisa. Ultima in ordine di tempo – dopo la Regione Toscana e la Regione Molise – la Regione Umbria, che ha approvato la legge regionale 6 marzo 2023, n. 2, “Disposizioni in materia di amministrazione condivisa”. Si tratta di un intervento normativo che intende declinare, nel livello regionale, le novità dell’art. 55 del codice del Terzo settore, offrendo agli attori pubblici e del Terzo settore dell’Umbria un quadro di principi e di regole comuni per potersi orientare e dare consistenza ai procedimenti di co-programmazione e co-progettazione. Significativo, sul piano politico, è che l’approvazione sia avvenuta, sostanzialmente, con l’appoggio di maggioranza ed opposizioni consiliari.
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