Il progetto Proximity Care

Proximity Care è il progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (con un investimento pari a 5 milioni di euro tra 2022 e 2026) per favorire il miglioramento dei servizi sanitari, sociali e socio-sanitari nelle “aree interne” della provincia di Lucca.
Il progetto nasce dalla consapevolezza della carenza di servizi di qualità in ambito socio-sanitario in condizioni di prossimità al cittadino, soprattutto nelle aree interne del Paese ed in linea con quanto previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) mira a sviluppare “una nuova strategia sanitaria, sostenuta dalla definizione di un adeguato assetto istituzionale e organizzativo, che consenta al Paese di conseguire standard qualitativi di cura adeguati, in linea con i migliori paesi europei e che consideri, sempre più, il SSN come parte di un più ampio sistema di welfare comunità”.
Alla base dell’idea progettuale vi è il concetto chiave di “prossimità al cittadino”, ossia la capacità di garantire in ogni parte del territorio, e quindi anche nelle zone maggiormente remote e lontane dai centri di assistenza, la possibilità di usufruire di servizi di eccellenza che sono normalmente propri dei grandi centri di ricerca e assistenza sanitaria.


Il ruolo della Scuola Superiore Sant’Anna

Il progetto si articola in una prima fase di studio in cui sono verificati con cura le tipologie e l’efficienza dei servizi e le potenzialità di miglioramento sul piano della connettività e dell’aggiornamento tecnologico. Proximity Care deve essere in grado di offrire risposte, intese come best practices, misurabili in termini di efficacia, efficienza, sostenibilità e replicabilità anche in altri territori, che riguardano l’innovazione metodologica e tecnologica, l’attenzione alla centralità del paziente e la multidisciplinarietà nell’approccio. L’ambito di intervento concerne il diritto alla salute, da intendersi nella sua più ampia accezione di benessere sociale, con riguardo all’assistenza sociale, sanitaria e socio-sanitaria, così da rendere l’area lucchese un modello di riferimento nel panorama nazionale

Aspetto importante del progetto è il coinvolgimento delle realtà del Terzo settore. È chiaro, infatti, l’obiettivo di creare una rete in grado di coinvolgere tutti gli attori del territorio per migliorare le condizioni di vita di aree ormai cadute nel circolo vizioso dello spopolamento per carenza di servizi.
Il progetto vede coinvolti docenti, ricercatori, assegnisti e PhD students dei diversi Istituti, impegnati in diversi ambiti disciplinari, e prevede anche la collaborazione dell’Azienda Toscana Nord Ovest (ATNO), della Regione Toscana, del Centro di ricerca sul Terzo settore “Maria Eletta Martini” e della Fondazione Gabriele Monasterio.


Gli obiettivi del progetto

Proximity Care è un progetto pluriennale che si propone di attivare un “laboratorio sperimentale territoriale”, nel quale realizzare soluzioni innovative dal punto di vista tecnologico, organizzativo, istituzionale, in un percorso che vuole mettere al centro del sistema sociosanitario le persone con la loro comunità e il loro territorio. La prossimità al cittadino è la chiave di lettura di tutto il progetto: per “stare bene” nel proprio territorio, ricevendo risposte adeguate ai bisogni di salute, il progetto punta in primo luogo al coinvolgimento diretto della popolazione, delle istituzioni locali e delle organizzazioni sociali al fine di far diventare ciascuna persona protagonista responsabile del proprio percorso di salute. La prossimità è quindi un elemento qualificante del progetto e contestualmente una condizione necessaria per realizzare un cambiamento di prospettiva nell’approccio ai temi della salute e del benessere, che assicuri anche alle popolazioni delle aree interne percorsi di cura di alto livello.

Vicini per la salute” significa integrare la dimensione assistenziale della cura con l’innovazione tecnologica, la prevenzione e la promozione, con un impegno e un coinvolgimento diretto di chi vive e opera a titolo professionale o volontario nel territorio interessato, in collegamento con centri di cura e di ricerca di eccellenza. È questa la condizione necessaria per rendere centrali e non più marginali le aree interne, facendo di esse luoghi dove sviluppare innovazione sul piano clinico, organizzativo e tecnologico.
Proximity Care impegna una comunità scientifica di oltre 70 ricercatori e tecnici, sotto la responsabilità
scientifica della prof.ssa Sabina Nuti, Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, impegnati nella realizzazione di undici linee di attività che saranno sviluppate nel quinquennio di progetto (dicembre 2021 – novembre 2026): coordinamento e comunicazione, “Proxy Young”, Prevenzione proattiva per giovani adolescenti; “Proxy screening”, Prevenzione oncologica; “Diabetes peer education”, Formazione per pazienti diabetici esperti; “Tele-emergency”, Sistemi di tele emergenza a supporto del trasporto di emergenza – urgenza; “Chronic care Telemedicine”, Telemedicina per la presa in carico e il monitoraggio dei pazienti cronici; “Health professionals innovative training”, Centro per la formazione degli operatori sanitari;: “Taking care of caregivers”, Esoscheletri a sostegno dei caregivers di persone non autosufficienti, P8: “Mapping disability”, Mappatura delle disabilità e dei servizi dedicati, P9: “PEO: Population Experience Observatory”, Osservatorio per il monitoraggio dell’esperienza e degli esiti della popolazione, P10: “PROG-CARE”, Rete per la programmazione sociosanitaria nelle aree interne.


Il ruolo del Centro di Ricerca Maria Eletta Martini

La prima è la mappatura della disabilità che ha l’obiettivo di far emergere numerosità, condizioni ed esigenze delle persone con disabilità presenti nelle aree interne della provincia di Lucca, anche attraverso una loro specifica localizzazione. Contestualmente si vanno a esplorare i servizi e gli interventi offerti alla popolazione con disabilità che abita nel territorio, e, di conseguenza, a individuare eventuali spazi per azioni ulteriori, finalizzate a favorire una maggiore inclusione sociale e una maggiore autonomia delle persone con disabilità che vivono nel territorio interessato. La mappatura presuppone e si fonda sulla collaborazione attiva dei cittadini, degli attori istituzionali e degli enti di terzo settore e altri corpi intermedi presenti sul territorio e attivi in questo ambito.

La seconda è la Rete per la programmazione sociosanitaria nelle aree interne. Tale azione è finalizzata alla costituzione di un coordinamento tra gli attori istituzionali e del Terzo settore operanti sul territorio, quale luogo di confronto ove si possano co-programmare obiettivi, risorse e progetti, in tutti gli ambiti oggetto delle azioni di Proximity Care. A partire da una ricognizione e uno studio delle forme di raccordo già presenti sul territorio, si definisce in collaborazione con i comuni interessati una proposta di coordinamento avanzato, che possa gestire il consolidamento e l’implementazione delle soluzioni sperimentate positivamente nel quinquennio di progetto e più in generale, introdurre una metodologia di lavoro che possa supportare i comuni e gli enti di terzo settore anche per future azioni strategiche.